Class 3tX>f Book K T CopyrigM COFYRfGKT DEPOSIT. H)ottor Hnselmo Deccbio S pirilismo paoine Sparse ITALIAN AMERICAN PRINTING C. GUGLIELMO 334 EAST 115th STREET NEW YORK CITY 1914 H>ctt. Hnselmo Deccbio SPIRITISMO (bagine Sparse 1914 ITALIAN AMERICAN PRINTING 334 E. 115th Street New York. v- C\ A^ W 15 1914 ICI.A374100 0/ 2>ott. Bnselmo Deccbio <$$ ^£ettc ore, Vivamente premurato da taluni amici, m'induco a pub- blicare in un'unico opuscolo queste "Pagine Sparse di Spiritismo. " Mi e d'uopo, pero, sin d'ora dichiarare, come io non mi faccia per nulla illusione circa il valore scientifico o lettera- rio di ogni singolo articolo. Essi furono scritti in forma chiara ed intelligibile a tutti i numerosi lettori di un gior- nale quotidiano coloniale, che, gentilmente, ed in un tratto di tempo che va dal 1910 al 1914, voile darli alia luce. Io, per vero, a cagione delle mie costanti occupazioni professional!, non ho avuto affatto il tempo di rivederli : e solo ho potuto aggiungervi dei cenni storici sullo spiritismo, ed un accenno alle teoriche esplicative dei fenomeni me- dianici. Chiedo quindi venia al cortese lettore, e lo prego, in pari tempo, a non volermi giudicare dal contenuto di cotesto volumetto, che altro scopo non ha se non quello di diffon- dere, in forma popolare, la nozione di alcuni dei tanti feno- meni trascendentali. Saro per riuscirci ? Non so. Ma a presumere dalle tante lettere, dalle vive congratulazioni e dai fervidi incoraggia- menti pervenutimi a seguito della pubblicazione di ogni mio articolo, io tengo a credere che il libro verra benevolmente accolto. Di cio mi sentiro oltremodo lieto, piu che per me stes- so, per la nostra causa ; — che peraltro sara, in un prossimo avvenire, causa di tutti. New York, Febbraio 1914. Dott. ANSELMO VECCHIO Cenni Storici sullo Spfrittemo Lo "Spiritismo Moderno" ebbe la sua culla nel villaggio di Hydesville, presso New York, nel Decembre del 1847. Pochi giorni dopo che John Fox, colla moglie Marghe- rita, e due figlie, una, Margaret, di 15 anni, e l'altra, Katie, di dodici, era ad abitare una casetta di campagna, si co- mincio ad avvertire picchi e rumori dovunque ; i mobili si spostavano sotto l'azione di una forza invisibile, le porte si spalancavano e si richiudevano con gran fracasso, i letti venivano disfatti, e delle mani gelide e ruvide colpivano, durante la notte, le sorelle Fox. Annoiati ed impensieriti di quanto costantemente av- veniva in casa loro, i coniugi pensarono di cambiar alloggio, non prima pero di aver appurato, mediante una specie di alfabeto tiptologico convenzionale, ch'e, peraltro, l'attuale, che il petulante disturbatore era un tal Charles Rosna, ex proprietario di quella casa, e morto tragicamente. Costui forni dei ragguagli risultati al controllo esattis- simi, intorno allemisteriose condizioni della sua fine. Infatti, le sue spoglie erano state sepolte tra mucchi di carbone e di calce, a fine di occultare e distruggere qualsiasi traccia del delitto commesso. I curiosi affluirono sul posto; e la casetta divenne in- sufficiente a contenere 1'enorme folia che si riversava d'ogni parte. Vi erano dei giorni in cui cinquecento persone si riuni- vano li insieme, per ascoltare i misteriosi rumori. Per misura di ordine pubblico, dovettero intervenire le autorita, le quali, sorprese anch'esse della stranezza e della realta dei fenomeni, stesero le loro relazioni, in base alle quali si nominarono delle commissioni scientifiche per inda- gare sui trucchi e sulie ciurmerie della famiglia Fox. Torno impossibile pero smascherare alcuno ; e la com- missione costituita da molti uomini di scienza, quali il Da- vis, Robert Hare, il Dale Owen ecc. ecc, non solo riaffermo la veridicita dei fenomeni, ma li ritenne pure, per logica de- duzione, dovuti all'azione di "Spiriti disincarniti". Altre commissioni tennero quindi dietro a questa prima per lo studio dei maravigliosi fenomeni, e le povere sorelle Fox, che erano, senza saperne nulla, due potenti medie, dovettero subire una serie numerosa di prove sperimentali per convincere gli scettici e gl' inconsulti denegatori. Frattanto, tappa a tappa, la sensazionale novella si pro- palava; i medii si moltiplicavano, e gli studiosi della media- nita venivan sempre crescendo di numero. Ai curiosi ed agli scienziati d' America, si aggiunsero quelli d' Europa, dove molti medii Americani cominciarono ad emigrare a scopo di fare del medianismo mercenario. Cosi anche in Iscozia ed in Germania ebber principio le sedute medianiche, che, ridicole e barocche dapprima, finiron poi coll'interessare gran parte del mondo scientifico. Nei giorni attuali gli studiosi dei fenomeni medianici non si contan piu. V indirizzo di cotesti splendidi studi e meramente scientifico ; i seguaci dello spiritismo dottrinale sono milioni ; e le Riviste che si stampano in quasi tutti gli idiomi del mondo sono oltre trecento. UNA SEDUTA MEDIANICA CON EUSAPIA PALLADINO "njiSB OTTO', sendite, faciteme 'o piacere de di a San- ftjfigPi tamaria che facesse 'o gabinetto", mi disse Eusapia in puro napoletano. Infatti, eran circa le 10, e gia da un pezzo gl' invitati, (ed i non invitati), sedevano nel simpatico salottino della Palladino, alia 113.ma strada. E, mentre il sig. Smeragliuolo, cognato dell'Eusapia, e da lei chiamato per celia "Santa- maria", dal paese di nascita, si accingeva ad aprire la solita cassa, per cavarne fuori i due pezzi di castorino nero, d'a- dibirne, uno, a ricovrire tre metri quadrati di parete, e l'al- tro per farlo servire come cortina, sospendendolo ad un fil di ferro filato, io pigliavo nota delle persone intervenute, per serbarne ricordo. In quella sera, erano presenti le signo- rine M. Bovio del 340 E. 113.ma St., M. Vigorito del 417 E. 114.ma St, M. Smeragliuolo del 340 E. 113.ma St., e la si- gnora M. Vecchio del 360 E. 113.ma St.; ed i signori dottor Cavazzi, dottor Stolfi, dottor Vecchio, aw. Vigorito, farma- cisti Vecchio e Pipino, prof. Smeragliuolo, signori Langone, Bovio, di Poto. In pochi minuti, il gabinetto fu pronto; e, mentre molti degli invitati, si levavano per venirlo ad ispezionare, noi de- ponevamo, dietro delie cortine, quegli oggetti, che, fra pochi — 10 - minuti avrebbero fatto venir la pelle d'oca a tutti gli astanti: un piccolo tavolo rotondo, del peso di 3-4 libbre; un piano- forte giocattolo, il violino di "Santamaria", e, su di una se- dia comune, una tavoletta sottile, dalla superficie di un palmo quadrato, e su cui era distesa della creta molle. Cio facemmo per tentar di avere l'impressione di un piede, o di una mano di qualche "entita"; od ottenerne la maschera addirittura. Da una stanza contigua, fu portato vicino al gabinetto il tavolo "medianico"; un tavolo leggiero, rettangolare, costruito di legno bianco, ed al quale possono sedere 5 per- sone, oltre il medio. Eusapia era di una "verve" simpati- cissima, il che faceva prevedere, per quella seduta, dei buoni fenomeni. Sedette sulla sua solita sedia di Vienna, invi- tando a sedere, quali controlli, alia sua sinistra il dott. Stolfi ed il prof. Smeragliuolo; alia sua destra il dott. Vecchio ed il farmacista Vecchio: di fronte, all'altro estremo del tavolo, sedette il farmacista T. Pipino. II resto degl' invitati, sede- vano parte nel salottino contiguo, parte in fondo all' istessa nostra stanza. Erano le 10 in punto, quando, tutti insieme, poggiammo leggermente le mani sul tavolo, costituendo la cosidetta catena medianica, vale a dire un circuito chiuso tra le marii del medio e le nostre. Una luce viva era data da due fiarii- melle a gas, Tuna incandescente, Faltra semplice; una lanterna a vetro rosso era pronta per esser adattata, al mo- menta opportuno, sul becco a gas. Dopo soli due minuti, cominciarono a sentirsi nel tavolo i caratteristici scricchiolii, a cui, dopo mezzo minuto, segui una levitazione parziale. II tavolo, vale a dire, si sollevo da un lato, poggiando su due piedi soli, e rimanendo in tale posizione per oltre 30 secondi. A questa, segui subito una levitazione completa, che duro ben 15 secondi, ed in cui il tavolo si sollevo dal pavimento per circa venticinque centi- metri, ricadendo poi di botto. |CI=IOEZD| hoe [] |C=IOEZD mff lEusapia palla&ino m CHOEZDl [c |C30ff51 — 13 - A questo punto il doit. Vecchio, domandato se John, lo spirito guida della Palladino, fosse presente; ed avutane risposta affermativa con tre colpi netti, invito il dott. Stolfi a produrre sul tavolo, con un dito, un ritmo qualsiasi, a fine di ottenerne una immediata ripetizione. Si battettero, in- fatti, quattro colpi, che furono subito ripetuti nel corpo del tavolo, al punto istesso dove erano stati prodotti. II dottor Cavazzi, che non era in catena, voile ripetere resperimento, producendo, coll'unghia del suo indice, una lunga raschiatura sul centro del tavolo; e, due secondi dopo, si avverti netta- mente da tutti la riproduzione del fenomeno. Tutto cio av- veniva a luce piena, e mentre le mani ed i piedi della media erano rigorosamente controllati. Le levitazioni intanto si seguivano, e, domandato John se volesse dimostrare agli astanti il suo buon umore col ridere un po:o, o coll'accom- pagnare la marcia reale; ed ottenutane una risposta afferma- tiva, si vide il tavolo sollevarsi, tutto di un tratto, venti cen- timetri dal pavimento, e, rimanendo per un mezzo minuto sospeso nel vuoto, scuotersi come un individuo che si faccia una grossa risata. Ricadde quindi, e, sollevatosi di nuovo, accompagno coll'esattezza di un provetto musicista, per circa due minuti, due parti della marcia reale italiana, canterel- lata, a bassa voce, da alcuni presenti, e restando il tavolo ben s' intende, sempre sospeso nel vuoto. Ad una forte pressione esercitata per farlo cadere sul pavimento, si pro- vava la sensazione di una resistenza elastica, come se po- giasse su di un cuscino ripieno di aria compressa. Frattanto, si chiacchierava animatamente. Alcuni, i nuo- vi intervenuti, pienidistupore, non cessavano di proclamare meravigliosi i fenomeni avvenuti; mentre, gli "habitues", aspettavano con ansia la richiesta, da parte del tavolo, di meno luce. Seguirono, infatti, i cinque colpi, e la fiammella incandescente fu spenta. Si ebbe ancora qualche altra levi- tazione, e quindi novella richiesta da parte di John di meno luce. — 14 - In questo momenta, Tunica fiammella a gas fu di molto diminuita, non tanto pero da non vedere nettamente d' in- torno. Eusapia, che. sino a questo momentc, era stata sempre dell' istessa "verve", motteggiando a destra ed a manca, ammutolisce; ed i suoi atti respiratorii cominciano a divenir rari e profondi. E' il preludio del "trance". Le levi- tazioni continuano ancora per qualche minuto, mentre la media, caduta in istato di "trance" completo, mette, di tanto in tanto, qualcuno di quei profondi sospiri, che, secondo una bestiale relazione di otto arruffapopoli — pardon — professori americani, sarebbero stati atti a determinare lo scuotimento delle cortine del gabinetto medianico. Fu richiesta ancora meno luce; e, fattala, furon battuti, da parte del tavolo, 4 colpi, che, secondo una falsa inter- pretazione, vorrebber dire chiacchierare di fatti e persone estranee alia seduta, ed attendere dei fenomeni. Siccome la seduta medianica, che io adesso riporto, ebbe luogo la sera del 7 Maggio, il dottor Stolfi accenno alia morte di Eduardo VII, avvenuta la sera precedente. Aveva appena finito di manifestare il desiderio di volerlo vedere, quando la figura del re, marziale, nitida, splendida, apparve come una proiezione cinematografica, sul centro delle cor- tine. Si vedeva tutto il busto di un colorito bianco fosfore- scente, e sul volto si distingueva nettamente la barba. Fece tre inchini, e disparve. L'apparizione, da alcuni non vista perche rapidissima, e distratti, cominciava, naturalmente, ad essere messa in dubbio, quando, preceduto dai soliti quattro colpi del tavolo medianico, la figura del re comparve di nuovo, restando li, questa volta, per oltre cinque secondi. Gl' inchini pur'anco si ripetettero, e con stile caratteristica- mente reale: vale a dire restando fermo col busto, e flettendo Hevemente il capo. Intanto una cortina, la destra, si gonfio tutta di un tratto, mentre un soffio gelido come di morte, sfiorava il volto del farmacista Pipino, e del signor Smeragliuolo. — 15 - II medio dormiva in istato di "trance" profonda, avendo la mano ed il piede di destra affidati al dott. Vecchio; e la mano ed il piede di sinistra affidati al dott. Stolfi. Si avverti del rumore nel gabinetto; ed ecco, dopo un istante,il piccolo tavolo venirsi a posare in mezzo a noi, sul grosso tavolo medianico, donde, dopo battuti quattro colpi, si sollevo di nuovo, ritornandosene nel gabinetto medianico. Una invisibile mano, frattanto, batte tre forti colpi sulla spalla del dott. Vecchio; il pianino giocattolo viene violen : temente lanciato, dal gabinetto, sul tavolo medianico, dove rimane per alcuni minuti immobile. II dott. Vecchio, intanto, domanda chi fosse "l'entita", che si trovava in qnel mo- menta tra noi, ed accennato a suo fratello Luigi, morto a Napoli il 1900, a soli 24 anni di eta, nel periodo piu roseo del la vita sua, e che in ogni seduta spiritica era solito a ve- nire, si ebbe, sia col tavolo, sia con tre strette di mano sul suo braccio sinistra, una risposta affermativa. Domando pure se volesse mostrarsi, e se volesse suonare il pianino, ed i caratteristici tre colpi del tavolo non si fecero aspetta- re. II pianino, che si trovava ancora in mezzo al nostro ta- volo, librandosi nel vuoto, comincio a suonare, producendo le istesse note, che una mano poteva produrre, poggiando successivamente, e con regola, le diverse dita sui diversi tasti. Fece un giro per aria, rasentando quasi la testa di tutti i partecipanti alia seduta, per poi posarsi sulla spalla sini- stra del prof. Smeragliuolo, continuando a suonare. Si libro, quindi, di nuovo, sino all'altezza del soffitto, per andarsi a posare poi nel gabinetto medianico. Durante questi fenomeni, noi potevamo nettamente distinguere e seguire tutti i singoli movimenti del pianino; ma neppure a pochi centimetri di distanza, vale a dire quando il pianino suonava in mezzo a noi, o sulle spalle del signor Smeragliuolo, noi potevamo discernere veruna mano che lo suonasse. Segui, dopo qualche minuto, l'apparizione di un volto molto impreciso ed indeterminate, un venti centimetri al - 16 - disopra della testa del medio -- ma scomparve rapidamente. Una mano intanto, che fu, dopo pochi second', toccata e stretta da tutti i partecipanti alia seduta, venne a carezzare i capelli ed il volto del dott. Vecchio, mentre un volto uma- no, ricoverto dalla cortina, si avvicinava alia sua fronte, e due labbra vi scoccavano due piccoli baci. Fuvvi un mo- mento di emozione generate, a cui segui una calma an- siosa di altri migliori fenomeni. Nel silenzio perfetto infatti, si potette distinguere nettamente un singhiozzo, e tutti po- tettero udire le parole "fratello mio" pronunziate a voce afona suite mie labbra, e seguite subito da tre piccoli baci. L' emozione era al colmo, si da far ammutire ognuno. La signora Vecchio, che, come ho detto, sedeva all'altro estremo della stanza, voile domandare a suo cognato (era sempre Luigino che stava fra noi) se accettasse da lei un fiore. Rispose subito di si; ed, a mezzo del tavolo, disse che giielo avrebbe dovuto portare vicino al gabinetto medianico. La signora si fece coraggio, e, levato un giglio, da quattro che ce ne erano in un vicino portaflori, si accosto tremante a mezzo metro di distant dal lato destro del gabinetto. La cortina si gonfio sull'istante, si da nascondere il corpo della signora quasi per intero, e due mani bianche, mobili, sensi- bili, calde, appartenenti ad un corpo invisibile, si avvicina- rono e strinsero le sue ; una, pigliandosi il fiore, e l'altra dando strette come di ringraziamento. La cortina torno a posto suo, la signora Vecchio, pallida e tremante fu accom- pagnata a sedere, mentre una mano, sostenendo tra il pol- lice, 1' indice ed il medio un giglio, venne fuori dal mezzo delle cortine del gabinetto. Rientro quindi, e ricomparve di nuovo, sfiorando col giglio il naso di quasi tutti i partecipanti alia seduta : indi disparve. A questo punto, il farmacista Pipino domanda al fanta- sma se potesse di quel giglio darne un petalo per uno, ed — 17 - ecco che tre colpi del tavolo, e tre strette di bracc'o seguono alia domanda. Una delle cortine si gonfia enormemente, si da ricovrire col suo lembo inferiore le mani del farmacista Pipino seduto all'estremo del tavolo, di fronte al medio, ed una mano mi- steriosa gli depone tra le dita un petalo di giglio. La cortina rimane cosi, e, dopo qualche secondo, un altro petalo vien deposto sulla mano sinistra del farmacista Vecchio. La cor- tina intanto se ne torna a posto, e alia domanda della si- gnora Vecchio, se avesse potuto anche lei avere un petalo del giglio, il tavolo rispose che avrebbe dovuto avvicinarsi nuovamente al gabinetto, all' istesso posto di prima. La signora si avvicino, e, mentre la mano le deponeva nel palmo una foglia di giglio, un'altra mano misteriosa gliela stringeva fortemente, quasi per dirle di non perderla Quindi una cortina si gonfio di nuovo, ed un mezzo gi- glio fu rapidamente deposto sulla mano destra del dottor Vecchio. Sette forti colpi furono battuti nel centro del tavolo medianico; e il segno che il medio e stanco, e la seduta me- dianica deve aver fine. Erano le 12, e la seduta era durata un'ora e mez^a. PERSONALITA' SUBCOSCIENTI O SPIRITICHE? ^ ps ^ j E una numerosa serie di dialogizzazioni mediani- (]»|^j| che sono sinora di origine psicogenetica ; se, per altre, si puo irwocare a soccorso il fattore telepatico: havve- ne, senza dubbio, un altro numero considerevole, in cui, con buona pace dei positivisti, non puo, ne devesi escludere 1' i- potesi spiritica, come quella che meglio, e vieppiu di tutte le altre, si presta alia logica spiegazione dei fatti. E' mio desiderio d'intrattenermi, in questa breve comu- nicazione, intorno ad alcune forme episodiche che hanno avuto luogo in casa mia, grazie alia medianita del sig. A. P., mio familiare. Le stralcero dal mio Diario spiritico, che contiene i re- soconti esatti, cronologicamente registrati, di tutte le mani- festazioni fenomeniche, spontanee e provocate, di cotesto potente medio, che di tutto vuol brigarsi, salvo che di me- dianita. I lettori di "Luce e Ombra" di questi due ultimi anni ricorderanno certamente a'cune mie relazioni di sedute me- dianiche tenute appunto col P., e nelle quali uno dei suoi spiriti-guide era una certa Una V. Ora, da quanto appresso diro, apparira chiaro ed evi- dente l'antagonismo ed il contrasto che spesso avvengono tra codes ta personal ita medianica ed il medio. - 19 — I desideri dell'una non son mai assecondati dall'altro ; che, a sua volta, viene ostacolato nella esplicazione ed at- tuazione di qualche sua volonta. Non una, ma varie volte, io e mia moglie abbiamo assi- stito ad una lotta animatissima, tiptologica s' intende, tra il medio, che faceva rivelare il grave danno fisiologico appor- tato al suo organismo dalle sedute, e la personality media- nica che sosteneva, con col pi forti e recisi, la tesi contraria ! Quest'ultima, anzi, aveva precedentemerite spiegato, che le sedute, scientificamente condotte, ed a dati intervalli, non avrebbero arrecato verun danno al medio, che si mostrava deciso, come del resto tuttora, a non volerne sapere. Riferiro adesso un altro episodio dello stesso genere. Anzi, per esser piu esatto, trascrivero ad literam il dialogo dal mio diario, e cio per precisare sempre piu nettamente il dualismo esistente, nelle nostre dialogizzazioni medianiche, tra 1' "io" cosciente del medio, e la personality medianica. Non fa d'uopo dire che, durante l'effettuazione dei no- stri dialoghi tiptologici, il medio restava perfettamente sveglio. Da qualche mese in qua, pero, ove la tiptocinesi si protragga oltre dieci o dodici minuti, egli vien preso da leg- gero sonno medianico, dal quale pero, staccate le mani dal tavolo, presto si ripiglia. Lieve cefalalgia, lievissima fotofobia, breve malore ge- nerate, ecco cio che ha indotto da lunghi mesi il P. a pri- varci sinanco delle quotidiane dialogizzazioni tiptologiche, alle quali ci eravamo tanto affezionati, e che ci risultavano tanto istruttive ed utili. Eppero, come avro agio di dimostrare, non e valsa, ne vale Tassenza della sua volonta, a vietare alia personalita' medianica di comunicare con noi. Che anzi l'energia, fatta estrinsecare incoscientemente dal medio, e la sua trasformazione in moti apparenti intel- ligenti, e quasi sempre in ragione diretta del valore e del- T interesse della comunicazione fornitaci. — 20 - Ma ritorniamo adesso al dialogo. Qui l'antagonismo tra la volonta del medio, e quella della personality medianica appare evidente e tangibile. Ritornando a casa verso le 6 p. m. di domenica, 16 ot- tobre 1910, trovai che mia moglie ed il T. P. facevano della tiptologia. La personality comunicante, come al solito, era. Lina V. Io, interrompendo, quasi bruscamente, domandai : D. "SeiLina"? R. "Si". D. "Sei veramente Lina V."? R. "Si". D. "Ebbene io non ci credo". "Io, per convincermi, vor- rei avere dei buoni segni d' identita". R. "Che segni volete" ? D. "Io stesso, in questo momento, non saprei". R. "Tuttoche Tony voglia, io, per un mese, non verro piu" ! D. "No, Lina, soggiunse subito mia moglie, non pro- metter questa prova, perche io desidero parlarti ogni giorno" ! R. "Questa e la miglior prova per convincere gl' incre- duli ! Mi dispiace per lei, signora, ma io da questo momento non rispondero piu" ! "Lina - soggiunse tosto mia moglie - non esser cosi ; il dottore ha scherzato, non andartene, rispondimi" L. Nulla, assolutamente nulla ! La sedia, che fino allora si era sollevata con tanta sollecitudine e leggerezza, ne per quella sera, ne per altre due lunghe settimane, si mosse ! Io e mia moglie, in diverse ore del giorno, ed avendo a contributo la piena ed intera volonta del medio, che non ancora, in quel tempo, aveva cominciato a risentir danno delle pratiche medianiche, per quanto lunghe e frequenti esse fossero, non cessavamo d' invocare, e di far appello ai piu nobili sentimenti della nostra gentile "invisibile", per- che ritomasse alle abituali comunicazioni. — 21 — Dopo parecchi mesi, si sentiva quasi il bisogno di queste conversazioni quotidiane ! Mai ci si rassegnava all'assoluta immobility di quella sedia, o di quel tavolo che, sino allora per centinaia di volte, si erano scossi e sollevati al sole tocco della mano del medio; ed a volte percio si rivolgevano le nostre insistenti preghiere ad altre entita, ad altri spiriti- guide. Tutto, e sempre invano ! Quel medio, che, con una mano sola, faceva scuotere e levitare un tavolo di dodici libbre, ora, con tutta la forza dei suoi poteri volitivi, non riusciya a nulla ! In capo a quindici giorni finalmente, dopo una mezz'ora di vane ed insistenti preghiere, la sedia si solleva e batte tre colpi. "Lina"? esclama tutta allegra mia moglie. '"No", risponde tosto la personality medianica: io sono "Luigino", altro spirito-guida, pure solito a manifestarsi, "e vengo a dirvi che "Lina" per riguardo alia signora, e per la favorevole convinzione che legge nell'animo del dottore, si manifestera domani" ! Null'altro ci fu possibile di sapere per quella sera. Attendemmo con ansia il mattino, in cui le prime pa- role di una immediata comunicazione tiptologica da parte di Lina V. furono di rimprovero verso la signora, ed anche verso di me, che, dopo tante prove d' identita, avevo ancora una volta dubitato della realta della sua esistenza ! Nei due casi di dialogizzazione medianica piu su rife- riti, evidentemente sono in gioco due volonta in pieno an- tagonismo tra di loro. La lotta e impari, e il valore dei due poteri volitivi non e, ne puo equipararsi ; l'una volonta trionfa facilmente sul- l'altra ! A chi appartengono queste due volonta ? L'una, naturalmente, e la volonta cosciente del medio ; e l'altra ? All'uno estremo delle due contrapposte stazioni ra- diotelegrafiche, havvi un ricevitore ed un comunicatore — 22 — intelligente e noto, qual'e il soggetto medianico, con il suo complesso apparecchio cerebrale, e quindi colla sua volonta; ma al polo opposto chi c' e ? Quale fattore telepatico, o telestesico che sia, potrebbe logicamente rappresentare l'altra parte nel nostro secondo episodio dialogico? "La volonta subcosciente del medio", mi si rispondera ; quindi noi avremmo assistito ad un volgare dialogo tra due personalita alberganti nel medio, Tuna, la personality nor- male, 1' "io" cosciente o superliminale del medio : l'altra, una sua personalita subcosciente, il suo "io" subliminale! La lotta, quindi, l'antagonismo avverrebbe tra due vo- lonta, alberganti nello stesso individuo ; e, caso strano, la vittoria in una siffatta lotta, arriderebbe alia volonta subco- sciente, all "io" inferiore ! In verita, questo ipotetico predominio dell' "io" sublimi- nale del medio sulla sua coscienza normale, in istato di veglia, e semplicemente assurdo. Io mi propongo di riportare, appena ne avro il tempo, altri episodii dialogici piu precisi e piu complessi, nei quali le volonta in gioco menano dritto all' ipotesi spiritica. Per me, che tante prove ho avuto circa la sopravvivenza della personalita umana, riesce meno ardua e piu logica una tale ipotesi, anziche la possibility di dualismo- tra 1' "io" cosciente, e 1' "io" subcosciente del medio; dualismo, che, in condizione di veglia, e semplicemente assurdo. (1) (1) Confermo pienamente quanto piu' sopra e' stato riportato da mio marito. MARIA VECCHIO. I PROMETTENTI ALBORI Dl UNA POTENTE MEDIANITA' chi leggera 1' intestazione di questo articolo, e ne vedra la firma, sorgera subito 1' idea che si tratti della relazione di una delle primordiali sedute di Eusapia Palladino, di cui io, altra volta, ho avuto l'onore di riferire nel supplemento letterario del "Progresso". Eppure, questa volta, non e cosi : si tratta, e vero, della relazione coscienziosa ed esatta di una straordinaria seduta medianica, eppero il potere mediumnico, l'energia biopsico- somatica, vien data da una sorgente ricca e mirabile. Ragioni d' indole varia mi vietano, per ora, di riferire il nome del promettente e giovane medio ; pero, se qualcuno si brighera di conservare, o, per lo meno, di ricordare quanto io adesso scrivo, constatera di leggieri, in un tempo non molto lontano, come io mal non mi apposi. Ed ora, chiedendo venia alia mia cara Eusapia, e ren- dendole sincere grazie, per avermi convertito alio studio dello spiritismo, ed avermi, involontariamente, data l'oppor- tunita di scovrire nel giovane amico la sua potente forza medianica, passo senz'altro alia relazione. Eravamo in sei, col medio. La seduta aveva luogo al 334 E. 112 St., in casa Ivone, dove tutti eravamo convenuti per le 9,30 p. m. : dottor F. Stolfi, dottor A. Vecchio, P. Lan- gone, L. De Julio, F. Ivone ed il medio. 24 Un ampio gabinetto medianico era gia stato preceden- temente preparato, ed io non ebbi che a disporre i diversi oggetti : una comoda "rocking chair" sulla quale, a tempo opportuno, sarebbe seduto il medio : a circa due metri di distanza un piccol tavolo rotondo, su cui posava un pianino giocattolo, un campanello, ed una trombetta di cartapesta. All'altro lato, sull'angolo di un "side-board", feci de- porre un piatto di farina, a superficie perfettamente piana ed uguale, un tamburrello, della carta da scrivere, ed un lapis. Eran le died meno venti, quando pigliammo posto al tavolo medianico. II medio sedette colle spalle al gabinetto, avendo, quali controlli, il dottor Vecchio alia sua sinistra, ed F. Ivone a destra; di fronte sedeva De Julio, avendo a destra e a sini- stra, rispettivamente, il dottor Stolfi e Langone. Tre porte e due finestre della stanza erano state ermeticamente chiu- se, e la luce era data da due becchi a gas. I movimenti di tiptocinesi in genere, quali levitazioni parziali e complete del tavolo, scricchiolii e picchi nella sua intima compagine, segni tiptologici intelligenti, non si fe- cero attendere che pochi minuti. Conosciuto il nome del- Tentita intervenuta, e scambiate poche parole, fu, tutto d'un tratto, sostituita da un'altra entita, gia a noi troppo nota, per aver sgangherati, in due sedute consecutive, due tavoli medianici. Era il povero Nodir, il capraio della Nuova Ze- landa, che tredici anni fa, a "Ohihounhama", piccolo villag- gio della Zelanda, ebbe sfracellato il cranio con 17 colpi di pietra, da un suo rivale in amore. Si presenta in quasi tutte le sedute per chieder, in termini non molto cortesi, carita e preghiere. Ricomparsa, quindi, la prima entita, di cui, mio mal- grado, devo celare il nome, e della quale abbiamo avuti i phi completi segni d' identita, richiese meno luce; e, rimasta la stanza rischiarata dai sanguigni bagliori di una lanterna - 25 — rossa, coi convenzionali sette colui, chiese che il medio an- dasse a sedersi nel gabinetto. Eran le dieci in punto, quando il medio si adagio sulla "rocking chair": e nel giro di pochi minuti gia era in trance sonnanbolica. Dato il numero ristretto dei present], e, dato lo scopo di questa seduta, io credelti inutile allacciargii le mani e i piedi, come gia altra volta ho praticato ; eppero me ne duole. Solo per qualche scettico, (e disgraziatamente sono i piu) mi piace di far rilevare 1' indice dinamometrico del medio prima e dopo la seduta; e cio perche i meravigliosi fenomeni di telecinesi, di teleplastia e di telefonia, che io mi accingo a riferire, non si ritengano effetto di allucinazione o frode. Prima della seduta dunque, il medio misurava alia mano destra 110 libbre, alia sinistra 90. Dopo la seduta, ore 12 pom., misurava 25 alia mano de- stra, 15 alia sinistra; il che significa che, durante una seduta di due ore, il medio solo ha consumato di energia per 165 libbrimetri, o pondimetri, che dir si vogliano. E cio, senza tener conto dell'energia prodotta dagli altri componenti la catena medianica, ed assorbita e consumata dal medio per la produzione dei fenomeni. Et nunc procedamus in pace. L'annuncio del trance, in cui era entrato il medio, oltre che da alcuni suoi caratteri subbiettivi, ci fu dato dalFinizio dei fenomeni di materializzazione. Infatti, si comincia ad udire un ritmo cadenzato e regolare sul tamburello, che, tolto via dall'angolo dell' "side board", vien trasportato, con- tinuandosi sempre il ritmo, all'angolo opposto del gabinetto medianico. Indi, agitatolo convulsamente in vicinanza della sedia del medio, vien restituito al posto primitivo. Seguono tre piccoli colpi, battuti sulla spalla del dottor Vecchio, da una mano delicata e gentile. Era la povera L.... la simpatica e buona visitatrice di tutte le sere.... Di li a poco si sarebbe completamente materializzata, e, ad ulteriore prova della sua identita, gli avrebbe scoccati tre forti baci sulla fronte, ed avrebbe scritto qualche frase.... — 26 — U pianino, intanto, viene a posarsi delicatamente su) tavolo medianico, portatovi da una mano invisibile. II Lan- gone, che vide il momento in cui incominciava a sollevarsi la cortina, mi assicuro di aver osservato i contorni morfolo- gici di una piccola mano, che, tornata nuovamente fuori delle cortine dopo pochi secondi, fece scorrere le sue esili dita sulla piccola tastiera, ricavandone diverse note. Adagio quindi il piano sulla spalla del dottor Vecchio, e poi sulla mano destra del dottor Stolfi. Continuo sempre a suonare, senza che nulla si potesse discernere, indi, afferrato il piano, la mano misteriosa di- sparve. Ivone, intanto, che sedeva al controllo di destra, avverti dei toccamenti sulla sua spalla sinistra, a cui seguirono delle carezze, ed un bacio sul braccio. Seppe subito che era sua moglie, signora Eufemia, la quale, con linguaggio tipto- logico, chiede di suo figlio Nicolino, e vuole che le si avvi- cini. II ragazzo, che sedeva all'altro estremo della stanza, non vuol saperne, perche ha paura : ed ecco che un campa- nello comincia ad esser suonato cosi convulsivamente, in prossimita delPorecchio sinistro del signor Ivone, da far pensare ad una energica protesta. Nell' istesso momento il tavolo comincia a scuotersi ; e sollevatosi all'altezza di circa mezzo metro, cade rumorosamente sul pavimento : mentre la trombetta, spezzata a meta, vien lanciata violentemente nel mezzo della sala. Segui un po' di spavento, e qualche minuto di silenzio, in cui si poteva nettamente udire il lento ritmo respiratorio del medio, ormai entrato in trance letargico. Una figura bianca come neve, dai contorni e dalle linee indehnibili, ap- parsa sulla sezione centrale alta delle cortine, ridesto la no- stra attenzione. Fu rapida come un baleno. Tre colpetti furono subito battuti sulla spalla destra del dottor Vecchio da una mano nuda, di cui potetti osservare i contorni morfologici precisi, e sentirne la temperatura. La — 27 - mano, che si continuava in un antibraccio invisibile, era pic- cola, magra, stecchita, con dita esili e lunghe, Al termo-tat- to, appariva calda. Era la manina di L...., ma, oh ! quanto cambiata!! lo volevo parlare, ma lei mi consiglio di rivolgere le domande al medio, a mezzo del quale avrebbe risposto. Ed infatti, questo medio potente, che e appena all' ottava delle sue sedute medianiche, e che dimostra di possedere l'altra rara facolta, 1' incorporazione spiritica, riproducendo la voce, 1' espressione, e 1' intercalare della povera L...., ad analoghe domande rivoltele dal dottor Vecchio, risponde che gli spiriti vivono nello spazio, ne sanno nulla del futu- ro ; che non tutti vanno ad occupare le stesse sfere, perche ci sono i buoni ed i cattivi ; che la vera religione consiste nel far bene sempre ed a tutti, e che nulla a loro giova salvo la carita. Interrogata se ricordasse nulla di quanto le era ac- caduto appena morta, rispose che era rimasta, per un certo tempo, come stordita ; ma che poi aveva realizzato il suo stato. Disse pure che gli spiriti amano ardentemente di met- tersi in comunicazione col nostro mondo, specie quando, morti giovani, hanno lasciato "eredita di affetti". Al ricordo della madre, pianse dirottamente : e ci vol- lero parecchi minuti di conforto perche si rassegnasse. II dialogo cesso qui: e dopo qualche nrnuto, dal mezzo delle cortine divaricate, si vide apparire una figura bianca a mezzo busto, che rimase li per almeno tre secondi. Era una simpatica figura di giovane donna, dai lineamenti squi- sitamente gentili. La testa era avvolta da un turbante di velo, e la sua veste era nivea. Per chi avesse visto una foto- grafia della famosa Katie King, ne avrebbe subito notato la rassomiglianza. Sparve, per riapparire intera dopo altri tre o quattro minuti. Le linee del volto, questa volta, non si notavano cosi bene come prima ; pero, dinanzi a noi, stava una figurina elegante dal bianco velo etereo.... Non si mosse per nulla, e nel ritrarsi, dopo i due secondi che rimase tra — 28 - le cortine, come un raggio di sole rischiaro il gabinetto me- dianico.Tale luce si ripetette tre volte nel periodo di una mezz'ora, e, mentre il dottor Vecchio domandava se potesse comparire di nuovo, e se volesse scrivere qualche cosa sulla carta, la cortina di sinistra si scosse fortemente, ed un foglio venne a cadere nel mezzo del tavolo medianico. Io conservo tale foglio : eppero ragioni di delicatezza mi vietano di dime il contenuto. A quest ) punto, comincia ad udirsi un rumore di catene e di chiavi di dentro il gabinetto medianico, e due mani, passando di sotto le cortine, tentano di avvolgere, ed avvol- gono, per pochi minuti, una piccola catena di acciaio intorno alia gamba destradel do.tor Stolfi ; indi, portandocon se la catena, rientrano nel gabinetto. Quivi, per pochi minuti an- cora, continua ad udirsi tale rumore; un rumore, cioe, simile a quello che un individuo produce facendo passare, dall'una all'altra delle sue mani, un mazzo di chiavi. Indi tutto si tacque. Io domandai di L...., e la pregai per la signora Eufemia. Seguirono tre lievi colpettini sul mio braccio destro, e, di li a poco, il piatto della farina, portante alia superficie Y im- pronta abbastanza netta di una mano, vien posato sul tavo- lo, in mezzo a noi. La cortina di destra si gonfia lentamente, come solle- vata da una persona di grossa mole, e due mani carezzano prima il braccio sinistro, e poi la testa del signor Ivone. Un volto gli si avvicina alia fronte, vi scocca due forti baci, ed a voce gravemente afona, ma udibile da tutti, dice : Nicolino! Indi, a breve distanza, e coll'istessa voce, ag- giunge : fa bene !... Seguirono circa dieci minuti di calma completa. Non un movimento nel gabinetto, non un'apparizione. Si stava tutti con un'attenzione aspettante, quand'ecco due mani, ri- coverte dalla tendina, ed appartenenti ad un individuo, di cui io udivo il respiro ansante, afferrata la mia testa per le — 29 - due regioni parietali, se 1' avvicina premurosamente alle labbra, e, scoccandovi tre forti baci, dice E..., con tono di voce nettamente normale. Era il povero Luigino, che si ricordava di una persona cara....! Io, nel pieno dell'emozione, gli domandai di baciar- gli la man o, e lui, aff errata la mia mano destra, la porta de- licatamente al suo volto, mi fa toccare ripetutamente i suoi piccoli e fo'ti mustacchi,(ebene notare che il medio e qua- si imberbe), introduce la punta del dito indice e medio in bocca, si da farmi sentire spiccatamente il contatto delle due arcate dentarie, indi mi bacia la mano e la lascia. Accosta quindi la sua mano alle mie labbra, ed io la covro di baci, senza stancarmi di rivolgergli delle domande, a tutte le quali non potendo rispondere, mi dice a voce udibilissima da tutti: "parla medio." II suo corpo fluidico svani ; ed io, dal medio, che in tran ce profonda, riproduceva la voce del povero mio fratello, ebbi congrue ed intelligent! risposte. Si presento quindi L..., che, ricordandosi la promessa che tiptologicamente mi aveva fatto, e, pronunziandomi a voce naturale il suo nome, impresse sulla mia fronte fred- da tre forti baci Richiesta, li ripetette dopo qualche secondo, e, doman- datale se desiderasse che io dicessi qualcosa alia sua mam- ma, rispose : baci ! Qualche altra parola ancora, ed i rituali sette colpi del tavolo annunziarono la fine della straordina- ria seduta. Io mi precipitai nel gabinetto medianico : il medio, in istato di trance letargica, aveva i polsi ermeticamente legati con una catena da chiavi ! Invitai tutti ad osservare : e ci voile una buona mez- z'ora per poternelo liberare. Chi l'aveva legato ? !... LE GRANDI PROMESSE DI UNA NUOVA MEDIANITA 1 UESTA seduta medianica (4 Decembre 1910) vien tenuta nell'istesso ambiente delle altre, e colle istesse norme rigorosamente scientifiche. Al posto di controllori sedevano, rispettivamente, a de- stra ed a sinistra del medio, la signora De Iulio ed il dot- tor Vecchio ; completavano poi la catena psichica la si- gnora Maria Vecchio, ed i signori A. Vecchio e L. De Iulio La seduta, interessantissima per !a natura e varieta dei fenomeni, dura dalle 10 alle 11,30 p. m. Oltre la solita tiptologia, abbiamo un fenomeno di ap- porto, tre materializzazioni, di cui due nettamente visibili, varie incorporazioni, l'ultima delle quali, originalissima, me- ritera qualche considcrazione scientifica. Degno pure di commenti e l'altro fenomeno delle vi- gnette, fatte al dottor Vecchio, in circa due minuti di tempo, da parte di quella sedicente entita spiritica, che, sin dalla seduta precedente, disse chiamarsi "Vincen/,o Imperiale". Io le faccio intercalare nella relazione, perche il lettore possa ben considerare come, tra le fitte tenebre di un gabi- netto medianico, in un periodo di tempo brevissimo, a piu di tre metri d'altezza dal pavimento, ed a seguito di una pro- messa tiptologica, si possa espletare quel sorprendente di segno a rlgura. — 31 - L'unico appunto, che ci si potrebbe fare, e quello di non aver legato, anche questa volta, il medio. Tale appunto pero non regge : 1. perche il medio e incompetentissimo nel di- segno ; 2. perche l'esecuzione del disegno e seguita imme- diatamente ad una promessa tiptologica della sedicente entita ; ha avuto luogo a tre metri di altezza, e verso il lato sinistra del gabinstto madianico (mentre il medio era se- duto al lato destro) ; e lo stropiccio del foglio di carta era simultaneo a qualche lamento, ed al respiro stertoroso del medio in trance. L' altezza poi da cui il foglio, piegato in otto, e stato lanciato verso il dottor Vecchio, non potevasi assoluta- mente raggiungere dal medio, che, pur volendo, non si sa- rebbe neppur potuto servire della sedia a dondolo su cui giaceva, essendo ben fissa "in loco". E sfiderei poi qualun- que sonnambulo ad eseguire quel disegno in due minuti di tempo soltanto ! Io sarei tanto grato a chi volesse studiare profonda- mente questo interessante fenomeno, la cui realta noi ga- rentiamo sul nostro onore, e darmene una qualsiasi spie- gazione su questa istessa "Rivista". Oltre delle materializzazioni, frammentarie e complete, e che, in gran parte, rassomigliano alle precedenti, ad eccezione di una, quella cioe che ha detto sempre chiamarsi ed essere "Luigi Vecchio" -- e questa volta puo nettamente mostrarsi per oltre 10" --, due altri fenomeni son degni di nota : 1' apporto di un medaglione, della grandezza di un doppio soldo italiano, dal dietro stanza della sottostante farmacia sul tavolo delle sedute ; ed un' incorporazione. Questa medaglia, che e un lavoro artistico dello Xime- nes,che ha dunque le dimensioni d'un doppio soldo italiano, che pesa circa quindici grammi, e che trovasi da phi di un anno attaccata ad una catenina fuori uso, nel tiretto di uno scrigno dell' ufficio del dottor Vecchio, a distanza di circa 20 metri dalla sala della seduta, soprastante all' ufficio, venne — 32 - a cadere sul tavolo medianico, mentre il medio "in trance", e rigorosamente controllato, si agitava spasimando. La luce rossa della sala era discreta; il medio aveva indossato prima della seduta il solito abito di lana nera ; tiptologicamente in principio di seduta, c'era stata promessa "una sorpresa" da parte dello spirito guida, senza che alcun di noi sapesse in che cosa dovesse consistere tale sorpresa. La forte agitazione del medio si estinse, come per incanto, all'effettuazione dell'apporto. Per chi rifletta bene la cosa, apparra chiara 1' impossi- bility del trucco. Chi vuol frodare non aspetta di cadere in "trance", ed il nostro medio era, durante questo fenomeno, in ipnosi avanzata; le nostre sedute sono tenute in famiglia, ed a scopo meramente scientifico ; il medio e un giovane onesto, che non potrebbe proprio avere nessunissimo scopo di true- care coscientemente. Ammesso dunque il trasporto di questo pezzo di ma- teria a distanza, io ho voluto vedere, prima di ammettere la necessita di una disintegrazione e reintegrazione di questa materia istessa, se fosse possibile il passaggio di tale me- daglione attraverso le fessure della porta e delle finestre. Anche questo esame e risultato negativo. Nessuna fessura e tale da lasciar passare l'oggetto dell'apporto. Sicche, dato lo stato ipnotico del medio, ed il rigoroso controllo ininterrottamente esercitato su di lui ; data la pro- messa d'una sorpresa da parte d'una sedicente entita (Lina V.), e T effettuazione di tale sorpresa sotto quelle speciali condizioni, e in un ambiente sufficientemente rischiarato da luce rossa ; data pure la ripetizione, come in altra mia diro, di quest' istesso fenomeno promesso ed effettuato dal- l'istessa entita spiritica Lina V., sotto rigoroso determinismo scientifico, io credo che nel nostro caso si deVa parlare di "apporto" vero e proprio, cosi come ancor oggi va inteso. E veniamo ora ad ultimo fenomeno, un' incorporazione Queste caricature furono fatte al dottor Vecchio nella seduta del 4 De- cembre 1910 da una "entita' spiritica", che disse chiamarsi "Ettore Impe- riale"; nel buio fitto del gabinetto medianico, dove il medio giaceva in "trance" profonda. - 35 - spiritica, che fu li li per rappresentare il tragico epilogo della serata. E qui cade opportune notare come dei numerosi e varii casi d' "incorporazione", che abbiamo avuto durante un corso di quindici sedute, nessuno abbia mai presentato note e ca- ratteri cosi spiccatamente personali e, mi permettero di dire, regionali. Infatti, dal tono di voce di questa nuova sedicente entita spiritica, dal suo dialetto, e dal suo turpiloquio, ci avvediamo subito di aver a che fare con qualche malvivente napoletano. La sua voce forte e minacciosa, il suo accento fiero e reciso, le risposte audaci ed arroganti, servono a denotare un carattere impulsivo, intollerante, eccessivamente violento, e cio in piena antitesi col carattere normale del medio. Nulla, assolutamente nulla, vuol che si sappia di se, del suo passato, del suo stato attuale, e cio mostra di volerlo imperiosatnente quando, a gentili, e quasi supplichevoli domande rivoltele, intorno alia sua personality, dal dottor Vecchio, risponde con un : " niente... niente... niente... " be- stiale, feroce... Si rimane, in verita, un pochino sconcertati; ed alia Signora Vecchio, che piu degli altri, era stata presa da un profondo senso di paura, 1' "entita", quasi in tono di prote* zione, disse: "nun avite paura, signo! " (non abbiate paura, signora!). Al De Iulio, poi, che richiese se mai la sedicente entita fosse un tal "Mimi", rispose : "Che Mimi e Mimi 'Eggitto !" (che Mimi e Mimi d' Egitto!). Fortunatamente a questo punto una profonda espira- zione, ed un lieve sussulto da parte del medio valse a ras- serenare i nostri animi perplessi. Ciascuno di noi si augurava, in cuor suo, che tale incorporazione non piu si ripetesse, quando a capo di pochi minuti, un nuovo sussulto ci convinse del fatto contrario. II dottor Vecchio, con umili e gentili domande, cercava - 36 - di frenare e raddolcire 1' impeto e 1' impulsivita del perso- naggio, ma invano. Adun: "volete dire il vostro nome?" "Che mai desiderate ?", si ebbe in risposta : "si, sissignore, voglio parla nu poco co buie" (voglio parlare un po' con voi) ; e, si dicendo, con ciglio torvo, e volto minaccioso, il medio si rizza, ed avvicinandosi al tavolo medianico, fissa biecamente il dottor Vecchio. Questi, istintivamente, cerca di afferrargli una mano, quando, con tono imperioso e reciso, si sente dire : "Nun me toccate !", e qualche istante dopo : "nun pozzo sta !" (Non posso stare !) ; e, si dicendo, il medio cadebocconi sul tavolo medianico,"comecorpomortocade!" Lo facciamo sedere, e la seduta vien tolta. LE GRANDI PROMESSE Dl UNA NUOVA MEDIANITA' (1) N|p§|| A sera del 13 Settembre, alle 10 p. m., son conve- feiSil nuti al 360 E. 113 St., in casa del dottor Vecchio, ed a s:opo di tenere una seduta medianica, i signori dottori A. Vernaglia, dottor G. Cavazzi, dottor A. Vecchio, signora M. Vecchio, signorina E. Hund, medio il signor A. P. La seduta ebbe luogo nella stanza da studio del dot- tor Vecchio, le cui dimensioni sono m. 3.50 di larghezza per m. 3.25 di lunghezza e m. 3.40 di altezza. Ha tre usci ed una finestra che sovrasta di m. 4 il livello stradale. L' angolo nord-ovest di questa stanza venne occupato dal gabinetto medianico, avente una lunghezza massima di m. 2, per una larghezza massima di m. 1. V ipotenusa di questo triangolo misurava m. 3.20. In tale gabinetto, costruito dinanzi a noi, venne deposta, ad un estremo, una sedia a dondolo, la cui spalliera, a mezzo di una robusta cordicella, fu assicurata ad un chiodo infisso al pavimento ; ed all'angolo opposto un piccolo tavolo, dal peso (1) II titolo "LE GRANDI PROMESSE DI UNA NUOVA MEDIANITA" ho creduto bene di porlo a quattro sedute medianiche di A. P., tenute pero' in dU versa data, e con fenomeni svariati ed interessantissimi. A. V. - 38 - di sette libbre, con sopra due campanelli, un pianino giocat- tolo, una busta suggellata, contenenteun fogliettoesaminato accuratamente da tutti i componenti la catena psichica, un lapis, due anelli di ottone, un cuscinetto da timbro impre gnato d' inchiostro turchino, e due fogli di carta bianca. La distanza, che correva tra questo tavolino ed il margine an- teriore della sedia a dondolo, era di circa m. 1.50; quella tra l'estremo distale degli arti superiori del medio, seduto sulla sedia, nel massimo della suaflessioneanteriore, era di me- tri 0.80 ; e finalmente di m. 0.50 la distanza tra il tavolino e la estremita distale degli arti inferiori. La luce, prima data da una comune lampadina elettrica, fu poi sostituita da una lanterna a vetro rosso. Dopo un' accurata e minuziosa visita fatta a tutte le 12 stanza, che costituiscono Tappartamento del dottor Vecchio, abbiam biffato due usci e la finestra, servendoci di strisce di carta Annate dal dottor Cavazzi. La porta del terzo uscio fu chiusa con molla a scatto. Alle 10.25 il medio siede con le spalle al gabinetto, avendo quali controlli, a destra il dottor Vernaglia, a sinistra il dottor Vecchio : di fronte siede la signora Vecchio, con a lato rispettivamente, la signorina Hund ed il dottor Cavazzi. Dopo soli due minuti cominciano fenomeni di tiptolo- gia, con intervento immediato di un' "entita", che dice chia- marsi "Lina V.", la quale, sin dalla prima seduta, si e sempre dimostrata, sia tiptologicamente, sia quale apparizione fan- tomatica. E' lo spirito guida del medio. Dopo brevi minuti, an- nunzia 1' intervento di un' altra entita, che dice chiamarsi "Pietro Solamanca". siciliano, che, per un certo tempo, fu in New York, abitante in Sullivan Str. Dice di conoscere il dottor Vernaglia, dal quale fu visitato tre volte, quando sei anni e quattro mesi fa si ammalo di tubercolosi e fu consi- gliato di rimpatriare dal dottor Lipset, che il dottor Vecchio conosce , e che lo visito quattro volte. Mori in Italia otto mesi dopo rimpatriato — 39 — A questo punto vien chiesta poca luce, e si sostituisce alia lampada elettrica la luce rossadella lanterna: seguono tre levitadoni complete del tavolo, ed il medio ccmincia a dare in lunghi sbadigli, intercalati da singhiozzo spasmodico. Si agita continuamente sulla sedia, avverte dei toccamenti sulla spalla destra, ha paura, e si volge spesso verso il dottor Vecchio, che deve sostenerlo per non farlo cadere. Questa insolita agitazione, che dura circa cinque minuti, cessa quando il medio, come attratto da una forza irresistibile, si lancia, lamentandosi, verso Pestremo destro del gabinetto medianico, colle mani protese, e brancolando nel vuoto. Ri- torna subito al suo posto, e mentre noi, un pochino sorpresi dell' accaduto, ci accingiamo a confortarlo, 1' entita tiptolo- gicamente ci annunzia che la sorpresa promessa ha avuto luogo, con P apporto di un bottone ritratto della Lina, dalla grandezza di un doppio soldo italiano, e che, durante il mo- vimento di tiptologia del tavolo, capita, scivolando, sotto la mano sinistra della signora Vecchio. Dopo la seduta, da parte di detta signora sappiamo che tale ritratto era sempre stato conservato dal medio sul ta- volo da toletta della sua stanza, attaccato con un fil di cotone al bordo superiore della cornice di un'altrafotografia. La porta della stanza, biffata precedentemente, fu trovata intatta, ne altre aperture mettono in comunicazione i due vani. II medio, a richiesta del tavolo, vien legato col busto sulla sedia del gabinetto in modo abbastanza stretto, ed in presenza di tutti vengono apposti due suggelli ai nodi della corda. Nel giro di pochi minuti sopraggiunge la "trance". Dieci minuti ancora, ed a seguito di strazianti ripetuti la- menti da parte del medio, appare nel centro delle cortine una figura umana, alta circa m. 1.60 dal pavimento, e le cui vesti sembrano fatte di htto tulle; un velo bianco le cinge la testa a mo' di turbante. L'apparizione dura circa due 40 secondi, e, a causa della scarsa luce, non e possibile notar bene le linee del volto. Subito dopo l'entita ci fa conoscere tiptologicamente che non riesce a material izzarsi bene e piu a lungo, perche il medio vesteun abito di lananera, in luogo del solito abito di lana bleu. Infatti, era quella la prima sera in cui il medio esperimentava con abito nero. II dottor Vecchio accusa di essere toccato sulla spalla destra, e nota che la superncie palmare di una mano piccola e leggera gli batte tre colpi, che, richiesti, vengon ripetuti con maggior energia, si che tutti odono. Due minuti dopo, il dottor Vernaglia avverte dei tocca- menti, che vengon piu volte ripetuti sincronicamente ai la- msnti del medio, i quali partono dall'estremo opposto del gabinetto. Segue un sussulto del medio, e, dopo qualche secondo, una sonora risata sui generis, e che vien subito riconosciuta pel riso di "Dolores", gia altre volte apparsa quale "entita fantomatica". Un nuovo sussulto, una levitazione completa del tavolo, su cui permane costituita la catena psichica, ed una voce doppia, gutturale da parte del medio, annunzia 1' incorpora- zione di un tal "Nodir Ohouahma", che dice di essere un capraio della Nuova Zelanda. Promette, se gli sara possibile, di farci udire 1' inno di guerra zelandese, come gia altre volte ha praticato. Intanto, a circa tre metri di altezza, in corrispondenza dell' angolo superiore destro del gabinetto, si ode suonare il pianino, che, richiesto, e sempre suonando, viene a po- sarsi, prima sulla mano destra e sulla testa del dottor Vecchio, indi sulla mano sinistra e sulla testa del dottor Vernaglia. E' bene qui notare come il pianino fosse suonato in modo intelligente, e per parecchi minuti : le dita scorrevano successivamente sui tasti con crescente energia, si da ca- varne diverse note armoniche. Intanto, a sinistra del gabinetto, appare una forma — 41 — bianca allungata, costituita come da una nebulosa, i cui contorni morfologici ricordano quelli di una grossa mano. Segue un rumore prodotto dall' urto del piano superiore del piccolo tavolo del gabinetto, e che noi riusciamo a di- stinguere abbastanza bene, contro la voita della stanza. Dietro richiesta del dottor Vecchio, tale rumore si ripete sincronicamenteailamenti del medio, che siede sempre alio stesso posto, come si riesce faciimente a giudicare dalla di- rezione e dalla distanza dei suoni. Tale fenomeno di sincro- nismo di lamenti da parte del medio, e produzione di qualche fenomeno fisico, quale il suono del pianino o del campanello, T urto del tavolo contro la volta o la parete del gabinetto, la udizione di una voce afona, che in vicinanza deH'orecchio del dottor Vernaglia, dice, in modo pero udibile a tutti, prima, "mamma"; e poi "Irene", nome di una figliuola morta del dottore, avviene, piu tardi, ripetute volte. II pianino, intanto, comincia a suonar di nuovo, accom- pagnato ritmicamente dal suono di un campanello, edal batter del dorso di una sedia contro una parete della stanza. II dottor Vernaglia chiede di aver consegnato in mano il campanello; mentre cio vien praticato aU'estremo destro del gabinetto, egli riesce nettamente a palpare le falangette di due dita piccole e sottili, e che al termotatto risultano calde. Domanda quindi di udire la voce dell'entita operante, e, qualche secondo dopo, tutti udiamo pronunziare con voce afona pero, esincronica ai lamenti del medio : "mamma", e poi "Irene", come di sopra ho di gia riferito. II dottor Vecchio avverte intanto come uno strofinio di carta contro la cortina del gabinetto ; e, protesa la sua mano destra verso quel punto, sente poggiar sul suo palmo una busta che li per li mette in tasca, e che, dopo la seduta, tutti constatano esser la busta suggellata, messa in precedenza sul tavolo del gabinetto medianico. La busta era chiusa, il suggello intatto, e nel centro della prima facciata del fo- glietto in essa contenuto, un po' in .direzione obliqua, e 42 scritto a lapis, si legge: "Vi contento, ma con grave danno di Tony"; e, piu in sotto, "Lma". Tale scritto e a disposizione di chi voglia osservarlo. Decorsi altri cinque o sei minuti, una figura umana, differente nelle sue linee morfologiche dalla prima, appare in corrispondenza del centro delle cortine. E' alta m. 1.50, veste di bianco, ha la testa scoverta con capelli corti, ed un drappo bianco, che, fissato circolarmente a livello della punta delle ossa nasali, scende giu sciolto, covrendo il volto, sino a livello della base del torace. Tale apparizione pote aver la durata di circa tre secondi, e, svanita, riapparve per brevi istanti ancora al fianco destro del dottor Vecchio, che potette Wemmeglio confermare i dati sopra esposti. Un altro struscio di carta contro la cortina si fa udire verso il lato sinistrodel gabinetto, ed un altro fogliodi carta bianca, con impronte digitali d'inchiostro turchino alia Ber. tillon, vien lasciato cadere. A fine di seduta si constata da tutti che il medio ha i polpastrelli netti, e molto piu grandi di quelli impressi sulla carta. Non riuscimmo a distinguere bene la direzione delle strie epidermoidali. Anche il dottor Vernaglia si accorge di aver I' impressione d'un polpastrello sulla cute della regione dorsale della mano sinistra, in corrispondenza del terzo metarcapo. Un anello di ottone viene frattanto lanciato nel mezzo della stanza, e, poco dopo, uno dei campanelli. Un' altra fi- gura bianca appare rapidissima verso l'estremo destro delle cortine, e, svanita, si vedono apparire nell' interno del gabi- netto, ed attraverso le cortine, dei piccoli fasci di luce dal colorito bianco gialletto, e che sembrano come proiettati da un minuscolo e potente riflettore. Tali bagliori si ripetono per parecchie volte nel periodo di circa 30 secondi. Seguono sette colpi e la seduta e sospesa. Con passi magnetici trasversali, e soffi freddi sugli oc- chi, riesco, dopo circa dieci minuti, a svegliar il medio, che : , - 43 - al cessar della seduta, giace in "trance,, letargico, col capo reclinato in avanti, quasi ad angolo retto sul petto. Tutti potemmo constatare 1' integrita dei suggelli, sia delle porte, sia dei nodi della cordicella, che aveva tenuto solidamente legato il busto del medio alia sedia a dondolo. UNA PROMESSA" MANTENUTA GGI, al par di Otello, vorrei cantare 1' "esultate" a tutti i miei compagni di studio, cosi come esulto io per la ineffabile soddisfazione di potere scrivere nel libro d'oro della Letteratura Metapsichica uno del piu bei casi d' identificazione spiritica. Nella conferenza, che, venerdi sera, io ebbi 1' onore di tenere ai miei egregi colleghi deH'Associazione Medica Ita- liana, fui spiacentedi nonpoterloro esibire quel documento, che la valigia d' Italia stamane mi arrecava, empiendo 1' a- nimo mio d'immensa gioia. Si tratta, come piu sotto si vedra, di una lettera ufficiale della Direzione dell' Ospedale dei Pellegrini di Napoli, nella quale mi si conferma, per filo e per segno, la storia di una comunicazione medianica, ottenuta da me nella seduta del 26 settembre ultimo, in compagnia di altri sette partecipanti, e relativa ad un tal Antonio Casillo. Costui, presentatosi "sua sponte" in prin- cipio di seduta, voile, tiptoiogicamente, dirci il suo nome, il giorno del suo assassinio, consumato a mezzo di una pugnalata : il suo consecutivo ricovero nell' Ospedale dei Pellegrini, 1' ora della sua morte, avvenuta verso la sera del- T istesso giorno 26 novembre 1906, nonche altre poche notizie di minor valore. Cons aerate tali importanti comunicazioni, chesarebbero — 45 — potuto benissimo risultare, come spesso avviene, non con- formi al vero, nel processo verbale della serata, io ebbi, nelF jstessa sera, cura di trasmettere alia Direzione del prefato Pio Luogo una dettagliata lettera, pregando, nel medesimo tempo, per una sollecita e categorica risposta. Tale attesa risposta mi e pervenuta stamane, ed eccone il testo : 4< Napoli, 15 ottobre. Ill.mo dottor Vecchio Anselmo. 2203 First Ave., cor. 113th St., New York. " In riscontro alia sua lettera del 26 settembre ultimo scorso, Le comunico che dal registro di ricezione del 1SC6, il 26 settembre risulta iscritto Casillo Antonio da Terzigno, di Crescenzo, per aver riportato ferita da punta e taglio al bordo costale sinistro (linea emiclavicolare) lunga 4 centi- metri profonda in cavita, con lesione passante dello stomaco, del colon trasverso, del tenue e della cistifellea, con grave emorragia e peritonite in atto. " Dette lesioni furono dal chirurgo di guardia professor Ninni, giudicate guaribili oltre il decimo giorno, e pericolo imminente di vita. II fatto a Terzigno. " L' infermo venne operate, appena giunto, di laparato- mia, sutura dello stomaco, dell' intestino e della cistifellea. zaffo alia Mikuliz dal professor Ninni, ed alle ore 16 dello stesso giorno della sua ricezione cesso di vivere. " Con osservanza " II Rettore - Mingani ". Tale e la storia breve ed eloquente dell' episodio : che commenti faremo adesso seguire ? Un commento scientifico io mi propongo di scriverlo, appena ne avro il tempo, e trasmetterlo all' importante Rivista Spiritualista " Luce - 46 - ed Ombra" di Roma. Qui diro soltanto che, dal punto di vista del la critica metapsichica, tale fenomeno e di un valore assolutamente probativo, e che si appartiene a quella cate- goria di fenomeni medianici che chiamansi intellettuali, e che nel campo dellecredenze e convin^ioni spiritiche, hanno fatto il maggior numero di proseliti. Salvo che nel fitto delle tenebre non si voglia gridare "che sole", 1' evidenza della comunicazione spiritica da me ottenuta e tale, che non dovrebbe lasciare in nessun cervello che pensa il minimo dubbio circa il perturbante problema della sopravvivenza. UN SECONDO CASO Dl "PREMUNIZIONE VERIDICA^ MSB ATO il "beneficio dell' inventario", con cui e stato iSH^l accettato da qualche lettore il mio articolo del 22 Agosto ultimo scorso, su di un caso di "premunizione veri- dica", io m' induco a riferirne un secondo. Eppero saro piu scaltro, veh ! L'altra volta ho accennato, ma questa volta, invece, documentero la mia relazione con qualcuno dei pa- recchi "affidavit" che conservo. Sorga pure qualche ignorante scrittorello, a metter giu qualcuna delle sue viscide e barocche articolesse putenti di umorismo ! II pubblico ormai incretinito da 11a lettura di prose sgrammaticate, e di versi senza metro, ha proprio bisogno di qualche "redentore in sessantaquattresimo" che lo desti, e lo metta in guardia dai ciarlatani in "wolking suit". La tartarea e fessa tromba pare che dica : " O martiri, o vittime del ciarlatanismo spiritico, state all'erta, che la vostra borsa, e la vostra mente e in periglio : surgite et loquete ! ! ! E passo, frattanto, alia minuta ed esatta relazione del 1' episodio, intercalandqci, ove credero opportuno, qualche commento. Verso i primi di aprile di quest' anno, il signor Nicola Adolfo di Gioia da Teggiano (Prov. di Salerno), ed abitante — 48 — in New York, al n. 580 East 188th St., venne a consultarmi per una tumefazione indolente al torace sinistro, e che occu- pava la'regione precordiale. Io, li per li, feci una diagnosi di probability, dicendogli come si sarebbe potuto trattare di qualche lesione tubercolare, oppure di qualche neoplasma dicattivanatura (osteosarcoma); gli feci comprendere come fosse necessaria una radiografia per potersi fare una dia- gnosi esatta, elo inviai, con un bigliettodi raccomandazione, al mio amico dottor Cifaldi, al Post-Graduate Hospital, di questa citta. Quivi, ad una prova radiografica non molto chiara, si fece diagnosi di "encondroma" (tumore di natura cartilaginea) ; e, ripetuto I 1 esame dopo qualche settimana al New York Hospital, dove 1- infermo si era spontaneamente recato, si assodo trattarsi di un ascesso tubercolare. Tale diagnosi venne qualche giorno dopo confermata pure dal professor Morrison, chirurgo primario del Post-Graduate Hospital, e si consiglio all' infermo un intervento operativo. Frattanto, eran decorse tre settimane dal giorno della prima radiografia, durante le quali il Di Gioia, d' animo ge- neroso e mite, di carattere eminentemente neuropatico, di cultura discreta (aveva compiuti i corsi liceali in un semi- nario d'ltalia), e seguace dellospiritualismo dogmatico, non mancava di farsi vedere quasi ogni giorno, e d' intrattenersi meco in discussioni d' indole trascendentale. Desiderava fortemente che io consultassi qualche spi- rtto-guida intorno al suo caso. Egli, sempre permaloso, pre- vedeva tristi auspicii. Non che il dolore, od i disturbi della sua tumefazione toracica gli facessero presentir male della sua affezione. Nessun male lo affligeva, e del suo malanno si accorgeva solo quando ci volgeva il pensiero. Mangiava con appetito, tutte le funzioni organiche si compievano ottimamente, e, quando i bisogni urgenti di sua famiglia, e Favvenire incerto dei suoi figli non gli turbavano la mente, egli diceva di sentirsi in tutta la pienezza della sua vita. — 49 — E qui e bene far notare come il nostro protagonista piu volte, durante le lunghe discussioni, mi abbia lasciata Tim- pressione come di chi possedesse il raro pregio della "intui- zione". Quel desiderio smodato, quella tenace insistenza nel richiedermi di un messaggio spiritico, piu che della sua vo- lonta coscente, sembrava opera di una sua volonta inco- scente. Pareva che il suo spirito, avendocoJtofatalmente nel segno, intuendo bene, attendeva, anelante, unasmentita. Verso la fine di aprile dunque, quando nessuna diagnosi esatta era stata ancora pronunziata, io m' indussi ad inter- pellare tiptologicamente circa il malanno del signor Di Gioia "L. V.", una delle guide del medio A. P. Pensavo a voler essere illuminato io per primo circa la diagnosi; ed a tener per me il messaggio, qualora fosse di cattiva prognosi. Pregata, dunque, la "L." di volerci far conoscere qualche cosa intorno alia diagnosi precisa, ed alia prognosi del po- vero amico, lei subito rispose che era dolente di non poterci ragguagliare in nulla, data la sua completa ignoranza nella scienza medica. In un modo solo, pero, avrebbe potuto ac- contentarci : consultando lo "Spirito" di qualche chirurgo, di cui io stesso avrei potuto suggerire il nome. Mi baleno, li per li, il nome di Gallozzi, professore di clinica chirurgica aH'Universita di Napoli, e morto 12 anni fa; e glieio feci. Dopo circa quattro minuti di attesa ansiosa, ci venne comunicata la seguente risposta : " Caso fatale ! Si tratta di un tumore a lenta evoluzione, ma che da un giorno al- Yaltro potrebbe assumere un decorso rapido e letale!" Devo qui aggiungere che quando arrivai alia parola "tumore", io, che, in verita, propendevo piu per una diagnosi di sarcoma, che per un ascesso tubercolare, feci subito se- guire le parole "a rapida evoluzione". - "No", soggiunse l'entita ; "a lenta evoluzione", ecc. ecc. Tale osservazione a me pare importante per scartare 1' idea della suggestions coscente ed incoscente che sia. — 50 - Quando chiesi ed ottenni questa comunicazione si era in tre, nella mia solita sala da pranzo : io e mia moglie, se- duti vicino la tavola ancora imbandita per la cena allora allora finita ; e mio nipote, il medio, seduto piu in la, verso un lato nella sala, con le due mani poggiate sul sedile di un'altra sedia.. che spesso funge da tavolo medianico. Con questi mezzi io ho ottenuto delle numerose e brevi comunicazioni, eppero, di una esattezza meravigliosa : che, quando una comunicazione e lunga, l'"entita" stessa richiede la scrittura medianica, che il medio A. P. ottiene, chiaris- sima, in istato di preipnosi. Nel messaggio relativo al Di Gioia dunque, eravamo in tre a pensarvi ed attendere : mia moglie e mio nipote, in- competent ed ignari di medicina, e che, per amor di pros- simo, e per delicati sensi d' intima ainicizia verso il povero amico, e verso la sua derelitta famiglia, si auguravano, ansiosi, una comunicazione favorevole ; io, che, quasi con- vinto della diagnosi di un tumore maligno, prevedevo tri- stissimi auspicii. Fu il responso coerente al nostro pensiero ? Fu esso 1' effetto d' una suggestione coscente od incoscente ? A me non pare. Riserbandomi in altra mia relazione, intorno ad altro caso,di dimostrare evidentementecome gli attributi psichici, sentimenti, volonta, pensiero, della nostra volonta comuni- cante, siano spesso in perfetta antitesi col medio, io richiamo l'attenzione dello studioso su di una circostanza importan- tissima del nostro episodio. Se la comunicazione relativa al Di Gioia fu 1' effetto di un suggestione, tale suggestione non poteva provenire che dal mio cervello. Mia moglie e mio nipote erano ignari di tutto, e speravano bene. E se tale suggestione fosse provenuta dal mio pensiero c )scente, la comunicazione Tavrebbe sinceramente tradotta. Mi spiego. Quando io, compitanto l'alfabeto, pervenni alia — 51 - parola "tumore", io - tutto soddisfatto perche veniva con- fermata la mia difficile diagnosi, aggiunsi, con la forza e la convinzione di chi afferma il vero, "a rapida evoluzione". "No", interruppe subito 1' "entita" : "a lenta evoluzione" ; ma che... ecc. ecc. Ora, se il messaggio fosse conseguito ad una semplice azione suggestiva, meravigliosamente espressa dagli atti automatici del medio, questa azione avrebbe dovuto necessariamente avere il massimo di sua energia, proprio quando venne a mancare di effetto. Io volevo, e fortemente volevo, che alia parola "tumore" seguissero le parole da me pronunziate "a lenta evoluzione"; ma due colpi vibrati, forti, decisi mi gettarono nella mia ansiosa attesa. Ne e a dire che pel resto il messaggio abbia tradotto sinceramente il mio pensiero. Un neoplasma maligno certamente importa una prognosi infausta, eppero nel nostro caso specifico, data la natura del tumore (sarcoma parvicellulare o molle), e la sua localizza- zione (regione precordiale), il caso avrebbe dovuto essere rapidamente fatale. Se le cose dunque fossero andate cosi, tutto andrebbe bene; e la possibility di una suggestione, per lo meno per la prima parte del messaggio, sarebbe forse potuta ammet- tersi. Ma le cose frattanto non stavan cosi ; si trattava invece di un semplice ascesso tubercolare, proveniente da una co- mune osteo-periostite di quattro costole, lesione questa che non importa una prognosi triste o fatale, ma semplicemente riservata. Smetto pertanto dalle considerazioni , per procedere nella relazione dell'episodio. II giorno trenta di maggio il Di Gioia, ignaro del mes- saggio, che io avevo comunicato soltanto ai suoi parenti, esortato dagli amici e dai medici, e quasi spinto da una forza melluttabile che gli veniva dall' intimo della sua coscienza, ando a ricoverarsi al Post-Gratuated Hospital, dove due - 52 - giorni dopo veniva operato, con felice esito, di un grosso ascesso tubercolare con "curretage" di alcune costole. Quattro giorni dopo fece ritorno a casa sua. e, per lo spazio di due mesi e mezzo, non manco di recarsi all' ambu- latorio chirurgico del suddetto ospedale, per esservi medicato. Ripetuta, nei primi di luglio, la prova radiografica, a causa di un seno fistoloso, che non accennava a chiudersi, si consiglio al paziente, ansiosissimo di guarire, un secondo intervento operativo. Essendo, frattanto, venuto a conoscenza del contenuto del messaggio medianico, il Di Gioia, ed i suoi parenti, non volevano piu saperne di operazioni. Nell' intervento chirurgico il poveretto prevedeva la morte, quale esito imminente e fatale dell'operazione istessa. Amava pero di parlarne sempre ; si recava in giro tutto il giorno per interpellare or T uno or 1' altro medico amico, e spesso ai loro pareri, non sempre concordi, prorompeva in pianto dirotto. In casa, mi riferiva la moglie, avveniva lo stesso. Era sempre accigliato e triste, e piu volte al giorno, stringendosi al petto i suoi teneri figli, e colmandoli di baci, li raccoman- dava, piangente, alia madre. Se aveste veduto, mi diceva il cognato, che scene stra- zianti ! A tali crisi emotive succedevano, grazie a Dio, dei periodi di tregua. Avveniva cio, quando io ed i parenti, me- diante dolci pressioni ed insistenti preghiere, lo inducevamo a non farsi operare, ed a recarsi in Italia, dove, forse, con cure mediche, avrebbe potuto guarirsi. Allora egli si convinceva della possibility della sua guarigione, acquistava il suo primitivo buonumore, e diceva di sentirsi benone. Ma dopo qualche ora si era daccapo ; una nuova lotta piu aspra, piu terribile s' ingaggiava nell' intimo del suo es- sere tra 1' impulso misterioso e potente di farsi operare, ed il timore atroce e terribile di soccombere. <