* fc fa ^ ^ ^ M-r s « ' * g Hr? £o§ ^ ^ rs ^ AJ f? ^ o >sj £. <5 ^ 9 S "^^ 3 <• ' r ^~o ij £ 5 o r £ ^ ^ He £ S ° - £ 5 "°^ *- c '> .^o> -H -(N^S cj^~§ -4 r r° / r / 1 DI UNO SGR1TTO AUTOGRAFO DEL P I TTO R E PIETRO PERUGINO Nell' Archivio dell' Accademict di belle Artl di Perugia 1NCISO AL FAG SIMILE ALLA CONTES S A LAVINIA VERMIGIOLI ODDI Assidua Colt wat rice delle Arti del Bello LETTERA DI G. B. V. / PERUGTA 1820. Nella Stamperia di Francesco Baduel Con permissions Digitized by the Internet Archive , in 2016 r f t'H! " . . i !> t ' i ■ https://archive.org/details/diunoscrittoautoOOverm 6 CAR IS SIMA NEFOTE Hjgli non e gran tempo, mia cara La- vinia 5 che gli Uomini colti e di genio , non si stimano pienamente contenti di legger gli scritti de’ sommi Letterati 3 e di contemplar solamente le opere de* grandi Artisti . Sono gia dominati da un nuovo lodevole impegno di conoscere 1’ autografo loro scritto , e se giunr.se istruita come tu sei 3 e desiosa di eonoscere non tanto 1* Arte del Disegno 5 ma la Storia di essa , lo novererai fra le cireostaze infinite , che tanto onorano il secolo nostro, e secolo veramente delle Arti. 4 lo posso assicurarti frattanto * ehe pas- sando fra noi , non sono che pochi anni , ii dottissimo Poliglotto Lord Egerton Duca di Bridgewater , mi dimando con assai lodevolc premura se io possedeva taluna di queste let- tcrarie ed artistiche preziosissime merci . An- zi ti aggiungo ^ che io dimorando nello soor- loAutunno in Venezia, il ch. Ab. Francesconi pubblieo Bibliotecario della dotta Citta di Padova mi dunando se in Perugia esistevano lettere e scritti autograft di qualche trapas- sato celebre Artista . Egli e gia noto bastan- temente il lodevole impegno del dottissinio Cristoforo Teofilo de Murr Norimbergese A di formare un’ ampia collezione di chirografte , e di cui ne diede gia al pubblieo un' assai bel saggio ed interessantissimo fino dal 1804 ( Vinariae 1804) in -yii. Tavole, ove si incon- trano scritti di Voltaire, Lutero , Cardano 3 Petrarca , Tasso, Keplero, Leibnizio, Lipsio, Salmasio , Mureto di altri , ed una lettera del pittore Alberto Durero . Quella dimanda del Sig. Francesconi che £u da urbanissimi modi accornpagnata , tosto mi ridusse a meinoria un semplice ,, e forse unico brevissimo scritfco antografo del nostro Pittore Pietro Vannucci, il quale avendo for- tunatamente scampato le passatc rovinose vi- cende * che colpivano si sposso le cose degli Artistic e delle Arti 3 rimane tuttora a con- servazione perpetua nell 5 Arohivio della no- stra Accademia, la quale 5 come ben vedi 3 acquista ogni giorno lustro maggiore , e di cui a me giova sperare , che tu stessa diver- rai una gloria novella . Ma il lodevole trasporfco per le autogra- fe Jettere ^ ed i piccioli scritti degli Uomini sommi , per avventura limitar non doveasi al- ia sernplice cognizione di essi , ed al solo pos sedimento di loro . I Letlerati , ed Artisti si impegnarono a farli conoscere per via del cal- cografico rneccanismo 3 e delP incisione , non contend del tipografico , che non puo fame conoscere la propria autografa forma di loro carattere . Ma se nel Regno delle Arti 5 e delle Let- tere cio e una moda 3 sappi 3 o Lavinia 5 co* me sono settanta anni all’ incirca , che dal paese delle mode ^ e d’ onde tu trai sciarpe e cappelli 5 anche essa ci venne . Ivi una ia- 6 cisione a tal foggia die immila gli originali caratteri si incomincio a chiamare gravure en fac simile , e perche tu meglio conoscer la possa , intendi come scrive il ch. Biblio- grafo Francese Sig. Peignot: Essai Historique sur la Eithographie ec . Paris 1819. pag> 55 . e che io ti rechero nel nostro idioma . INCISION E ALLA MAN1ERA DEL FAC SIMILE 35 Questa specie di incisione 5 la quale consi- 33 ste nel inodo di imitare pedettamente il ca- 33 rattere di un manoseritto 3 non e nuova . 33 Fgli e ben gran tempo die coriosceva nsi i j; calchi delle scritture delle eta di mezzo 3 33 e di cui sono ben ricche le opere diploma- 33 tiche . Ma non e questa la maniera di scrit- 33 tcra di cui noi qui vogliamo tenere ra- 35 gionamento 3 ma della moderna scrittura 33 corrente 3 e sopratutto di quella degli Uo- mini grandi , e di cui in questi ultimi tem- 33 pi si sono moltiplicate le impronte, ora per .3 ornarc le edizioni delle opere loro 3 o ve- ramente per arriccliirne talvolta quegli scrifc- 3. ti ne’ qnali degli stessi grandi Uomini si r favella . To ne ho fatte delle ricerclie sot- 3, to questi rapporti . La pm antica impres- sione o foe simile die iocisa a questa fog- j, gia io ahbia scoperto del 1753, sono le ce- jj lebri strofe ( couplets ) attribuite a Gian 33 Giacomo Rousseau „ e che abbreviarono per 3, in eta Ja sua vita „ . Dimostra in seguito il Sis'. Pei^not , come una tal foirgia di in- cisione non si e bastantemente divolgata raa che potrebbe esserlo in avvenire , e che potrebbe diventare uno de’ pin interessanti oggetti della moderna Litografia. E veramen- te non vi sarebbero cose piu acconcie da met- tersi in commercio fra i Letterati ed Artisti per mezzo della Litografia , o sia della ioci- sione in pietra quanto i caratteri manoscrifc ti , e nel riprodurre i qoali io sono ben d' avviso , che quesfco nuovo meccanbmo ri- trovato gia non prima del 18&0. a Munich da M. Sennfelder 5 si vorra soventemente oc- cupare . Sembra inoltre come la Litografia. potrebbe divenire opporfunissimo mezzo onde incidere al foe simile i veri caratteri delta antiche iscrizioni 5 traendone gli opografi dai Marini 5 e dai Bronzi 3 e come non La guari 8 si fece dalla Societa degli Antiquarj di Lon- dra anche perdue volte 5 che pubblieo al fac simile la celebre Iscrizione trilingue di Roset- ta in Egitto , e ehe in brevissimo spazio di tempo occupo le dotte penne di Granville Penn 3 Ameilhon , Visconti 3 Ansse de Villoison 5 Cou- sinery 5 Akerblad e di altri . Presso quesfco ul- timo dottissimo Poliglotto Danese 5 mio gran- de amico ^ e eon danno delle Greche ed Ori- entali lettere rnancato nell’ anno scorso , io vidi un Jac simile della stessa Iscrizione si- inilmente travagliato a Londra sull* origina- le stesso 5 e da die quel celebre monumento fu collocato nel B r it ich- Museum 3 il quale mi sembro veramente cosa preziosa pel merito del- la diligentissima csecuzione . Lo stesso Sig; Peignot assicura il Pubblieo di avere prepa- rato un’ opera intorno ai Jac simile ^ che ne comprendera ^e ricerche Ietterarie storiche c bibliograliche 5 cd a lire notiizie non poche su di essi . Io degli editi non tie ho visti che assai pochifinquij ed appena polrei ricordarti una letlera delPillustre pittore Inglese Sig. Haydon* che avendola diretta a Lord Elgin 3 l’hafatta incidere conform© nl suo autografo stesso fino dal lS i 8 3 unilamcnte al suo disegno delle due teste d’ uno dei cavalli di Venezia crednti sria di Lisippo , e del cavallo del Partenone di Atene gia trasportato a Londra e divenuto di proprieta dello stesso Elgin , e che il Sig. Haydon ha comparati fra loro sui rapporki della Notomia artistica j Londres 1818. ed unit lettera del celebre Istorico Italiano Fran- cesco Guicciardini , gia. incisa e pubblicata nel Giornale Arcadico di Roma iSig. Agosto pag. 210 . Ora degli editi stessi potendosi accresce- re lo scarso numero 9 ho fatto travagliar que- sto fac simile del nostro Pietro Vannncci 3 ed io un dono te ne fo volentie ri , e cbe non devi tu ricusare 5 imperciocche ti perviene da uno Zio che tanto ti ama . e che vedendoti si be- ne incaminata per lo gradevole e non ismar- rito sentiero delle Arti del bello 3 con onor© della famiglia 3 e della patria, seco stesso so- ventemente si rallegra, e favellandone spesso agli amici 5 alle genti di lettere., ed agli Ar- tiati 5 non gode cbe di applaudire ai lie t i pro IO grcssi da te nelP onorata carriera in si corto spazio di tempo avanzati . II fac simile di Piero 5 e in forma di bi- glietto j o di ordine da presentarsi al Priore de’ PP. Agostiniani di Perugia * onde ricevere da esso una porzione di grano in conto di xnaggior sorama 9 per la quale Pietro stesso avea contrattato con qne'Padri fino dal l5o2. un quadro da collocarsi nel principale Altare di quella Chiesa , e che dovendo rimanere in isola 3 avea da essere dipinto da ambo le par- ti . Era esso qnadro in piu ripartimenti divi- so 3 siccome allora costumavasi , e che in se- guito separati fra loro 3 furono quelle tavole allogate ad ornare le pareti del Coro . Di es- so quadro gia parlarono il primo Biografo de- gli Artisti Italiani (III. 53o. ), il Mariotti ^ ( Let. Pit. ) e 1’ Orsini nelf elogio di Pietro medesimo ( 36. 38. 3q. ) . Questo ultimo diedc anche la scrittura di Pietro 3 ma non confor- me la rnaniera di quei caratteri 3 die io solo presi pensiero fare ineidere onde a te fame un presente* Ma perche tu stessa megliocom- prenda e ti dclizj in si forbito idionna te ne tnando una piu chiara lezionc . i 11 Jo piectro penctore . da cliastello de la piece mando . chosti . a priore . de sancto an - gustino de peroscia . barctcmejo . mio . garzo- ne . cho quest a chcdula . coze diacte. una . soma di grano . agnilo . */e benecto da pocte fecino . e sera . Z>e/ze . dacto . e os eio piectro . sopra dicto one facto questa chedula . de mia propia mono . a di ctrencta de marzo l5l2. Ma io non vorrei 3 mia cara Lavinia , cLe tn q uello scritto Ieggendo 3 il quale fu di un nostro \alenti6simo Artista 5 e che tanto onora le Arti italiane 3 ma die se Fu restaurator della pittura 55 Fu guastator dell’ arte di scriltura 3 come sul conto di quella lettera stessa disse scherzando un perugiiio Poeta : ( Orsini Ice- cit ) non vorrei io dissi che tu abbia da prende- re in sinistro concetto il perugino idioma ebe parlavasi fra noi ne 5 primi Justri del secolo xvi. die non fu certo quello del Vannucci , Veramenle altri potrebbe crederlo vedendo- lo usato da un Pittore 3 e de ? piu celebri che lossero allora in Italia » e che percio assaicol- to dovrebbesi stimare 5 imperciocche sembra che le Arti del bello 5 e quelle Arti dalle ado^ J2 rabili grazie protette 5 con tanta incoltura di familiarizarsi non soffrono . Pure sul cento di Pietro egli e mestieri il credere j che P edu- cazion sua fosse stata assai rozza nelle lette- re 3 e questo scritto unico che si conosce de’ suoi 3 assai bene lo manifesta per tale . Ma qual fosse il Perugino Dialetto del secolo xvi. e ne’ primi suoi lustri, da niun li- bro potrebbesi meglio apprendere 3 quanto che da una commedia assai rara dinominata i Mi - gliacci del nostro letteratissimo Mario Podia- ni da Ini stesso pubblicata in Perugia nel l53c>j e coraposizione sciauratissima 5 ma che per la somma sua rarita fu ascosa al Fontanini 3 alio Zeno 3 ai Perugini Biografi 5 e ad altri Scrit- tori di somiglianti ricerche . Ivi Fautore si propone di volere favella- re Veroscinevolmente 3 e nel patrio dialetto che assai encomia nel suo prologo . Cio non per- tanto bisogna credere che il dialetto perugi- no di quel coltissimo secolo 3 sebben non fos- quello scritto , e parlato dal nostro Pietro } rimanesse in qualche poco buon credito presso taluni, irnperciocche prevedendo forse Mario ^ come anchc allora i signori Puristi * che pur l3 ve n'erano assai, alqoanto bersagliare 3 e tac- ciare d 9 incolto il volessero, ascolla cli grazia come Mario stesso il difende 9 e come da loro buone lezioni , se volessero prolittarne anche al di d* oggi . Efc io ti rispondo che noi semo cosi vc- 3 , ri e buoti Toscani nel dolce nccomodato fa- 33 vellare „ comente nell’ altre cose ^ dai no- stri pritni fundamenti per finqua ne faccia- 33 mo : Efc piu avanti vi dico 3 clie se ancora 33 noi assefctassirno 3 polissiroo 5 apprczzassimo 3, la lingua nostra, non che alia fiorentina efc 33 alle altre fosse simile ^ eld ella e senza que- 33 to 3 ma fuor di dubbio si ne velrria di gran lunga soperiore : Ma perche questo non fa- 3 3 cemo? Perche sem da poco 9 et di poco pen- 33 siere a farci honore: efc quel che e 9 1 peg- gio j volem parlare per ponta di spilletti 33 colfalfcrui bocche 3 siccome fosser delle Mu- 3*, se : che ce se dovria dare un cavalio dal 3 5 canto della fibbia ; Ma i tisori stanno sot- .33 to ai sassi 5 e le venture per lo piu vengo- •j no a chi non le avvertisce : Che per tace- 33 re delle altre cose 5 egli val piu il proffe- 33 rire delle voci et g!j accenli nostri che non „ farebbero in mille anni i savorelfci , icondi- „ ti , le peverate di Firenze , et deilc alfcrui bocche „ Sulla storia del perugitio dialetto lascio di riferirti cio che ne scrissero Dante, il Sal- viaLi, Ortenzio Landi, il Pontano , il Tasso- ni j ed il lepidissimo nostro Gaporali , imper- ciocche tu vedi quante noje ti diede quel bre- ve incultissimo scritto di Piero . Sono certo peraltro che il mio pensiero tu non isdegni , mia cara Lavinia, e che anzi amerai conosec- re una cosa sorlita da quelle m